Dossier prodotto Xerem: studi clinici preliminari e prospettive future
Aggiornamento: 28 set 2018
A cura di:
Dott. Ettore De Angelis, Farmacista e Direttore Scientifico Deakos
Dr. Pier Paolo Zanello, Biologo, Dottore di Ricerca in Microbiologia e Virologia
La formula di Xerem è nata nel 2004 con l’ambizioso scopo di tentare di ridurre del 5% le amputazioni degli arti inferiori nelle persone che soffrono della patologia del “piede del diabetico”, effettuando una corretta prevenzione Le amputazioni infatti posso verificarsi a causa di una degenerazione tissutale e alla formazione di cancrena per la mancata irrorazione sanguigna dell’area interessata (Vedi Box 1, per la classificazione delle lesioni).
Gli ingredienti principali presenti nell’emulsione Xerem sono estratti da:
1. Morinda citrifolia fructus,
2. Hamamelis virginiana,
3. Calendula officinalis
Inoltre, nella formula Xerem sono presenti:
1. Olio di oliva
2. Vitamina E
3. Colostro bovino
4. Jaluronato di sodio
· Morinda citrifolia
La Morinda citrifolia è una pianta tradizionale polinesiana dalle molteplici proprietà e possibilità di applicazione. Per oltre 2000 anni i polinesiani ne hanno utilizzato foglie, frutti e radici per nutrirsi e creare rimedi efficaci contro centinaia di malattie contribuendo a conferirle il titolo di pianta sacra. Per secoli il suo frutto è stato riconosciuto come un’ eccellente fonte di alimentazione. Prevalentemente, il frutto contiene acidi grassi e antrachinoni, ma il numero elevato di applicazioni e impieghi medici della Morinda citrifolia sono una conseguenza della sua ricchezza in vari componenti: proxeronina, scopoletina, acido octoanoico, potassio, vitamina C, terpenoidi, alcaloidi, antrachinoni, acido linoleico, alizarina e aminoacidi.
Punti chiave:
1) Un recente studio ha dimostrato che il succo del frutto di Morinda citrifolia riduce significativamente i livelli di zucchero nel sangue, e quando applicato localmente accelera la guarigione delle ferite in ratti con diabete indotto sperimentalmente con streptozotocina (Nayak BS et al., 2007).
2) L’estratto secco di Morinda citrifolia, applicato localmente con una crema, e in particolare l’antrachinone identificato come 1,4-diidrossi-2-metossi-7-metilantrachinone migliora la funzionalità delle cellule epiteliali, contribuendo a rigenerare il tessuto epiteliale stimolando la produzione di collagene di tipo I ad opera dei fibroblasti (Kim SW et al., 2005).
· Hamamelis virginiana
L’Amamelide (Hamamelis virginiana L., 1753) è una pianta della famiglia delle Hamamelidaceae, originaria delle regioni orientali degli Stati Uniti e del Canada, ma largamente coltivata anche in Europa. Le proprietà cicatrizzanti del decotto di Hamamelis erano già note ai nativi americani nel 1800, che lo utilizzavano per curare le ferite. La storia racconta che il distillato ottenuto dalle foglie veniva utilizzato dai coloni europei contro le scottature del sole e le irritazioni oculari dopo lunga esposizione alla luce. Le principali sostanze ad attività biologica presenti nell’estratto sono: flavonoidi, tannini, gallotannini, catechine, proantocianidoli, olio essenziale nella foglia, saponine, mucillagini, principio amaro, eterosidi del quercetolo. La componente dotata di maggiore attività è rappresentata dai tannini, dotati delle seguenti proprietà: decongestionanti, astringenti ed emostatiche, utili nella terapia di emorroidi, varici, flebiti ed infiammazioni oculari. Alcuni studi sperimentali hanno dimostrato che l’utilizzo topico di amamelide contribuisce a svolgere un’azione astringente ed emostatica locale, a livello della microcircolazione periferica (attività utile per coadiuvare alla circolazione periferica rallentata o deficitaria nelle piaghe da decubito e lesioni piede del diabetico). I prodotti che contengono estratti di questa pianta sono ben tollerati dalla pelle, anche quando irritata. L’amamelide, inoltre, è indicata nella cura di infiammazioni della pelle e delle mucose. Infine, ha dimostrato interessanti proprietà cicatrizzanti. L’estratto di questa pianta officinale favorisce la crescita delle cellule epiteliali e velocizza il processo di guarigione di ferite ed escoriazioni, analogamente a quanto osservato per la Morinda c. Ottimi risultati sono stati ottenuti con un’applicazione di crema alla amamelide sulla pelle delicata dei bambini, poiché l’applicazione preventiva permette di formare un sottile strato di sostanze protettive (Reuter J et al., 2010; Wolff HH et al., 2007).
· Calendula officinalis
La calendula officinalis è una pianta erbacea con fusto carnoso e ramificato. Presenta foglie oblunghe, di un verde lucente, sessili e a margine irregolare. Una volta al mese durante tutta l’estate appaiono fiori color arancio, grandi, raggruppati in capolini. Evidente l’etimologia dalle calendae romane, che indicano per antonomasia una ricorrenza mensile. Secondo alcuni autori ciò è dovuto alla fioritura regolare della pianta, secondo altri alle proprietà emmenagoghe. Le principali sostanze contenute nella pianta sono: Oli essenziali, Flavonoidi (glicosidi isoramnetina, quercetina e rutoside), Triterpenoidi (glicosidi dell’acido oleanolico ed alcoli triterpenici), Steroli (sitoterolo, campesterolo, stigma sterolo), Carotenoidi e Tannini pirogallici. In erboristeria è indicata per la cura e la pulizia della pelle, per accelerare la guarigione delle ferite (Calapai G et al., 2014). Queste proprietà sembrano dovute all’incremento della produzione di fibrina ad opera dei carotenoidi, che si manifesta con una rapida chiusura delle ferite, con buona formazione di tessuto di granulazione e con il miglioramento dell’equilibrio di idratazione cellulare della cute (Dinda M et al., 2015). Ad uso esterno la calendula si presta alla realizzazione di creme, tinture o impacchi contro acne, foruncoli, ustioni ed ulcere. Anche infiammazioni localizzate in profondità e ferite purulente risentono dei vantaggi delle applicazioni esterne a base di calendula. L’attività antibiotica, dovuta ai flavonoidi e alle saponine, ha permesso di rivelare una buona riuscita dell’estratto di calendula nelle infezioni della pelle causate da stafilococchi Gram-positivi, quali: S. aureus e Streptococcus betahaemolyticus (Preethi KC e Kuttan R, 2009).
· Olio di Oliva
Ricco in acidi grassi, fitosteroli, squalene e vitamina E, l’olio di oliva conferisce al prodotto spiccate proprietà idratanti e antiossidanti. Quando applicato con regolarità è in grado di prevenire i processi di invecchiamento cutaneo, la comparsa delle macchie scure, le rughe, la perdita di elasticità e di tono, particolarmente evidenti nelle pelli secche. La presenza di olio di oliva nella nuova formulazione Xerem la rende idonea anche per pelli molto delicate o per contrastare la comparsa delle smagliature nella donna in gravidanza (Huang ZR et al., 2009).
· Vitamina E
Vitamina liposolubile con elevata azione antiossidante, agisce proteggendo la cute, contrastando e neutralizzando i radicali liberi (prodotti da inquinamento, smog, fumo, raggi UV), principali responsabili dell’azione pro-ossidante e responsabili dei processi di invecchiamento cutaneo.
· Colostro bovino
Grazie alla naturale presenza di nutrienti e fattori di crescita, il colostro bovino stimola la produzione di matrice extracellulare e assicura al prodotto un’efficace azione cicatrizzante, antinfettiva e nutriente, per coadiuvare ad una più rapida ed efficace formazione del tessuto di granulazione, fondamentale per il processo di cicatrizzazione (Struff WG, Sprotte G, 2008).
· Acido ialuronico (Ialuronato di sodio)
Svolge azione idratante e lubrificante, contribuisce a ripristinare lo strato protettivo di Glucosaminoglicani (GAG), riduce efficacemente la secchezza di cute e mucosa vaginale, aumentandone l’elasticità e favorendo il processo di guarigione anche in seguito a traumi di natura meccanica o fisica (laser terapia) (Origoni M. et al., 2016).
STUDI PRELIMINARI EFFETTUATI (non pubblicati)
Alla luce delle proprietà descritte in letteratura per i tre principali ingredienti dello Xerem, il prodotto viene utilizzato nella prevenzione delle lesioni nel piede diabetico.
Studio del Dott. Lo Presti
In questo studio è stato valutato in che termini una
maggiore cura della cute del piede diabetico attraverso l’utilizzo regolare di una “emulsione
fluida di Morinda citrifolia, Hamamelis virginiana e Calendula officinalis ( xeRem)” incida nel migliorarne l’idratazione ed il trofismo. Il primo studio clinico è stato effettuato dal dott. Lo Presti, presso L’U.O. di Diabetologia e Malattie del Ricambio dell’Ospedale S. Biagio di Marsala, ambulatorio per la prevenzione e cura del «Piede diabetico». I 10 pazienti selezionati per l’utilizzo di Xerem presentavano le seguenti principali caratteristiche:
– 5 pazienti con piede prevalentemente neuropatico
– 5 pazienti con piede prevalentemente vascolare
– durata della malattia diabetica> 1O anni
– evidenti problemi di discheratosi ai piedi
– pregressi episodi di ulcerazione ai piedi
Il prodotto Xerem emulsione fluida, applicato per 30 giorni, 2 volte al giorno (mattino e sera) si è rivelato molto utile quando applicato sulle lesioni di classe 0 e 1, in presenza di ulcere e fessurazioni superficiali. Successivamente si è passati ad una fase di follow-up di 60 giorni, durante la quale i pazienti applicavano il prodotto xeRem solo la sera ed alla fine di tale fase si è provveduto a fare una nuova rilevazione clinica.
Il prodotto si è rivelato molto utile in caso di edema, ha contribuito a ripristinare l’elasticità della cute e a combattere la disidratazione, la desquamazione e secchezza cutanea diffusa.
I principali risultati apprezzati:
1) Miglioramento del trofismo cutaneo in tutti i pazienti
2) Assenza di nuove lesioni ai piedi nei primi 30 giorni
3) Nessuna nuova lesione comparsa nei successivi 60 giorni di follow-up
4) Assenza di fenomeni di ipersensibilità cutanea o reazioni di tipo allergico
Studio della Prof.ssa Gurieva
Il secondo studio clinico è stato effettuato dalla Professoressa Gurieva, direttrice del Centro Nazionale Diabetico di Mosca. L’obiettivo di questa ricerca è stato valutare l’efficacia e l’applicabilità dell’emulsione Xerem in pazienti con neuropatia diabetica, con alterazioni a carico della pelle. La ricerca è stata condotta su 20 pazienti diabetici: 18 malati di diabete di tipo II e 2 di tipo I, con età compresa tra i 19 ed i 68 anni. E’ stato osservato che 13 malati inclusi nella ricerca presentavano secchezza della pelle dei piedi, quasi la metà dei pazienti avevano fessure e praticamente tutti mostravano ipercheratosi.
I pazienti hanno applicato localmente l’emulsione fluida xeRem due volte al giorno per due settimane. Dopo l’applicazione è stato chiesto di compilare un questionario di valutazione per determinarne l’efficacia, la praticità, l’assorbibilità, l’odore, le piacevoli sensazioni ed anche le proprietà estetiche.
I risultati hanno indicato che nel 92% dei pazienti che avevano applicato regolarmente xeRem la secchezza della pelle è stata notevolmente ridotta, ed è stata osservata una consistente diminuzione della ipercheratosi. Complessivamente l’80% dei pazienti ha apprezzato l’efficacia del prodotto, giudicandolo buono e soddisfacente. La velocità di assorbimento è stata apprezzata come media o rapida dal 95% dei malati.
Le ricerche effettuate dalla Prof.ssa Gurieva hanno indicato xeRem emulsione fluida con l’estratto di Morinda Citrifolia, elaborata per la cura complessiva della pelle, come rimedio molto efficace per l’applicazione sulla pelle secca, fessurata, ipercheratosica del piede del diabetico.
Attualmente la formulazione Xerem si presenta in due diverse versioni:
1. Emulsione Fluida
2. Spray (con aggiunta di colostro bovino). Il colostro contiene numerosi fattori di crescita epiteliali che aiutano a stimolare la corretta ricrescita dell’epitelio favorendo la riparazione delle lesioni cutanee. La presenza delle Immunoglobuline stimola i naturali meccanismi locali di difesa del corpo. Il colostro contiene anche numerose Interleuchine che coadiuvano alla corretta risoluzione dei processi infiammatori, il lisozima, che garantisce efficace attività antimicrobica, e le vitamine A, B, C ed E.
Xerem viene utilizzato anche:
a) In dermatologia :
1. per alleviare il prurito durante le prime fasi della psoriasi,
2. dermatiti,
3. ustioni,
4. piaghe da decubito*
5. ragadi al seno
b) Pediatria:
1. ombelico del neonato
2. riduzione degli arrossamenti e irritazioni da pannolino
c) Ginecologia
1. come lenitivo e riepitelizzante post laser-terapia (Monnalisa touch)
* Piaghe da decubito, medicazioni e linee guida nazionali.
Per aiutare a proteggere le lesioni e per velocizzare la guarigione delle piaghe da decubito oggi sono disponibili diversi tipi di medicazioni. La scelta di solito dipende dallo stadio in cui si trova la lesione e dalla sua gravità. L’approccio comune è quello di tenere la lesione idratata e la pelle intorno ad essa asciutta. In primo luogo, a lesione avvenuta, è molto importante la detersione, che deve essere molto delicata in modo da rispettare l’idratazione e il pH. A tal scopo conviene utilizzare detergenti poco schiumogeni, facili da risciacquare e a pH fisiologico. In generale, nel lavaggio, la pelle non deve essere frizionata energicamente né vanno effettuati massaggi circolari per minimizzare il rischio di traumi. Analogamente, si raccomanda di asciugare la pelle tamponandola leggermente, evitando frizioni e massaggi troppo energici.
Le attuali linee guida per la protezione della cute, consigliano di utilizzare:
1) Prodotti emollienti, che permettano di mantenere un certo grado di umidità della cute. In questa categoria potrebbe rientrare l’Ureadin, prodotto che contiene Urea, molecola igroscopica che attira a sé l’acqua circostante.
2) Prodotti barriera, come gli unguenti a base di ossido di zinco e le creme barriera a base d’acqua, che permettano all’epidermide di conservare la sua funzione meccanica e di protezione (preventiva nei confronti degli agenti esterni).
Questi ultimi vanno consigliati soprattutto in caso di soggetti incontinenti per evitare la macerazione della cute. Nello Xerem meritano di essere menzionati i tannini dell’Hamamelis che contribuiscono a trattenere i liquidi (come l’Urea dell’Ureadin).
Pertanto Xerem potrebbe essere consigliato sia per la sua azione emolliente sia come prodotto barriera.
La cura della cute è un fattore da non trascurare per la prevenzione delle lesioni. Infatti, se la pelle è secca e disidratata, il rischio di lesioni aumenta. Per le piaghe al primo stadio è importante attuare una protezione, anche solo con prodotti barriera, senza che sia necessaria alcuna medicazione con prodotti emollienti. Le piaghe al secondo stadio, invece, vengono curate di solito anche con gli idrocolloidi, cerotti trasparenti semipermeabili che trattengono l’umidità e facilitano il rinnovamento cellulare (vedi Box 2, per la classificazione delle lesioni )
Conclusioni
La formulazione dell’emulsione Xerem, rigorosamente elaborata in Italia, senza parabeni, petrolati e paraffine, contiene una serie di principi attivi utili per la cura e la prevenzione di alterazioni a carico dell’apparato tegumentario in diverse specialità mediche. E’ composta di estratti ottenuti dal frutto della Morinda citrifolia e dalle piante officinali Hamamelis virginiana, Calendula officinalis. Tra le principali sostanze a comprovata attività terapeutica sono da annoverare antrachinoni, tannini e carotenoidi. Gli ingredienti naturali quali: olio di oliva, colostro bovino, vitamina E e Jaluronato di sodio completano la formula di Xerem, garantendo un’efficace azione riepitelizzante, antiossidante, emolliente e lenitiva. La combinazione delle diverse sostanze presenti nell’emulsione Xerem può aiutare a migliorare la funzione delle cellule della pelle, aiutando la rigenerazione superficiale del tessuto (ad opera dei fibroblasti che a loro volta producono collagene e matrice extracellulare). Rilevante anche la stimolazione della microcircolazione periferica, grazie ai tannini dell’Hamamelis, dotati di proprietà astringente, vasocostrittrice e antinfiammatoria blanda. In studi preliminari, il prodotto ha mostrato ottimi risultati nella prevenzione e cura delle lesioni del piede del diabetico, di classe zero e di classe 1. Questi presupposti lasciano ipotizzare un’interessante applicazione, nei casi più gravi, per contrastare la formazione e la progressione delle ulcere che si manifestano nel piede di Charcot, una grave complicazione del diabete neuropatico con probabile etiologia genetica. Xerem ha dimostrato un’ eccezionale duttilità ed una notevole maneggevolezza, anche a fronte di un bassissimo costo per il paziente. Inoltre, l’emulsione è risultata un ottimo preventivo, calmante del prurito e dell’infiammazione, aiutando la guarigione di tagli, lacerazioni, screpolature alle mani, alle gambe, di piccole ferite settiche e processi discheratosici nelle fasi iniziali (Box3). I risultati preliminari fin qui ottenuti con l’applicazione topica del prodotto Xerem lasciano supporre ed auspicare un suo efficace utilizzo come prodotto barriera, sia ad attività protettiva che preventiva, per coadiuvare alla rapida guarigione di ulcere e piaghe da decubito. La presenza del colostro bovino rende la formulazione Xerem idonea anche per un utilizzo ginecologico, aiutando il processo di guarigione dopo laser terapia, contribuendo significativamente all’incremento del trofismo della mucosa e alla maturazione delle cellule per cui l’epitelio assume un aspetto morfologico simile a quello fisiologico del ciclo estrogenico. Inoltre, le componenti quali Morinda citrifolia, Hamamelis virginiana, Calendula officinalis associate al colostro bovino, garantiscono un effetto protettivo antimicrobico e contribuiscono a migliorare le proprietà del colostro stesso, stimolando la formazione del tessuto di granulazione fondamentale per il processo di cicatrizzazione e coadiuvando al ripristino della funzionalità del microcircolo capillare periferico.
Box 1
PIEDE DEL DIABETICO, CLASSIFICAZIONE DELLE LESIONI:
L’interesse ad avere una classificazione clinica delle fasi del piede diabetico risponde alla necessità di avere dei protocolli di trattamento comuni per stabilire un valore predittivo in termini di guarigione dell’ulcera. La classificazione di Wagner (Meggitt/Wagner) è basata su tre parametri: la profondità dell’ulcera, il grado di infezione e l’estensione della necrosi.[2]
· Grado 0: Nessuna lesione, piede senza rischio
· Grado 1: Ulcera superficiale
· Grado 2: Ulcera complicata
· Grado 3: Ulcera profondamente complicata
· Grado 4: Gangrena localizzata
· Grado 5: Gangrena dell’intero piede
Box 2
Stadio 1: lesioni iniziali con eritema della cute intatta con limitato edema. Se a questo primo stadio non si interviene, per esempio facendo cambiare la posizione del malato, utilizzando un materasso antidecubito e curando l’igiene dei tessuti e prevenendone la macerazione, allora da questo stadio si passa all’insorgenza dell’ulcera, specie se compaiono pallore cutaneo, calore o l’indurimento.
Stadio 2: lesione a spessore parziale che coinvolge l’epidermide e/o il derma. L’ulcera che ne deriva è superficiale e si presenta clinicamente come un’abrasione (escoriazione), una vescica o una lieve cavità.
Stadio 3: lesione a tutto spessore che implica danno o necrosi del tessuto sottocutaneo con estensione fino alla fascia muscolare. L’ulcera si presenta clinicamente come una profonda cavità.
Stadio 4: lesione a tutto spessore con una distruzione estesa della cute, necrosi tissutale e interessamento di muscoli, talvolta tendini e ossa.
Box 3
DISCHERATOSI:
alterazione dello sviluppo dell’epidermide che consiste in una precoce e imperfetta cheratinizzazione di alcune cellule dello strato malpighiano, con perdita di ogni rapporto con le cellule contigue. Anomalia del processo di cheratinizzazione nelle cellule dell’epidermide. Il processo avviene in modo precoce o imperfetto o irregolare, determinando alterazioni nella forma delle cellule e nella regolare stratificazione. Tale fenomeno si osserva in numerose malattie della pelle. Ad es. La dischieratosi follicolare vegetante, detta anche malattia di Darier, è una forma di dermatosi giovanile, ereditaria, a decorso cronico e progressivo con peggioramenti nella stagione estiva. È caratterizzata dalla presenza di piccole papule cheratosiche che tendono a confluire formando placche crostose. Tali lesioni si localizzano al collo, alla fronte, alla regione sacrale, al dorso, ai solchi retroauricolari. A livello delle pieghe le lesioni diventano essudanti causando secrezioni maleodoranti.
Bibliografia
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